Consigli di ascolto e lettura

Pablito El Drito | Maggio, 2024 | them


Addict Ameba, Caosmosi, Suono presente / Black Sweat Records

Che una città grigia e fredda come Milano possa fare da culla per un progetto caldo e accogliente come Addict Ameba resta per me un mistero. Eppure come dal cemento può nascere e puntare verso il cielo una splendida pianta, così nel caos metropolitano, dalla babele delle lingue e dei ritmi, può battere un cuore che mescola tradizioni africane, caraibiche, latine e poesia militante. Il titolo dell’album della band milanese – dieci elementi, dieci cuori pulsanti – è un tributo a Felix Guattari, filosofo francese che concluse la sua vita con un libro dal titolo esoterico. In Caosmosi i suoni di chitarra, basso, sax, tromba, trombone, batteria, tastiere e percussioni si amalgamano bene, meglio che nel precedente Panamor. Ed è un piacere sentire come cumbia, patchanca, afro beat, afro-punk e chi sa quali altri miscele sonore di latitudini imprecisate si combinino in due occasioni con i versi di Joshua Idehen, Rabii Brahim e con le liriche di Paolo Cerruto, unica voce (poetica) della band. 33 rivoluzioni al minuto!

Marco Aime, Il patto delle colline, Eleuthera

Marco Aime è un antropologo di cui abbiamo parlato più volte negli ultimi anni. Recentemente, solo tre anni fa, avevo recensito un suo libro, Conversazioni in alto mare, scritto in coppia con Riccardo Gatti, comandante di Open Arms, che raccontava la trasformazione dei soccorritori dei naufraghi del Mediterraneo da “angeli del mare” a “trafficanti di esseri umani” o quasi. In questa nuova pubblicazione ben curata da Eleuthera, Marco Aime riassume i suoi studi, iniziati a fine anni ottanta e durati oltre trent’anni, sul popolo Taneka, le cui origini risalgono al XVIII secolo e che tuttora vive in una zona collinare situata a nord del Benin. Non si tratta di un’etnia, ma di popolazioni di origini diverse (nord del Togo e del Ghana, sud del Burkina Faso e del Niger, regioni centrali del Benin) aggregatesi per sfuggire ai razziatori di schiavi o in cerca di una terra in cui vivere. Il patto delle colline di cui Aime ci racconta è un patto sociale che viene rinnovato da discendenti di queste famiglie originarie, che smentisce il pregiudizio secondo cui le società africane sarebbero tribali, chiuse in un cerchio che si richiude su se stesso. Infatti, Taneka non si nasce, ma si diventa, rinnovando un’alleanza basata sulla conoscenza della tradizione. Ciò garantisce una società basata sulla differenza, in cui nessuno è straniero. Come dice bene la quarta di copertina “Una lezione non da poco in un’epoca in cui la convivenza appare un traguardi sempre più lontano”.

Filippo Trasatti, Dialoghi immaginari su anarchia e libertà, Eleuthera

Il dialogo, come ci insegna Socrate, è un metodo di indagine e conoscenza. E il dialogo fittizio un genere letterario vero e proprio, che ha avuto, per rimanere nell’ambito della cultura italiana, come padri illustri scrittori di primo piano come Italo Calvino, Umberto Eco e Andrea Camilleri. In questo nuovissimo libro, appena pubblicato da Eleuthera, Filippo Trasatti mette in scena dieci diversi incontri, nove dialoghi e un intermezzo, collocati in tempi e spazi diversi, che vedono come protagonisti celebri figure del mondo anarchico. In queste scene compaiono il gigante Mikhail Bakunin, la comunarda Luoise Michel, il pedagogista Sébastien Faure, la primula rossa dell’anarchismo Emma Goldman, il geografo ed esploratore Petr Kropotkin, alcuni improbabili avventori del Cabaret Voltaire di Zurigo, lo psicanalista libertario e libertino Otto Grass, il filosofo Gustav Landauer, lo scrittore e attivista Paul Goodman e l’attrice, autrice e regista teatrale Judith Malina. Il testo, ben scritto e congegnato, pure essendo una fiction, dà voce a nove diversi costruttori d’utopia, che in modi, tempi e spazi diversi hanno portato avanti una battaglia per la libertà. Ne racconta azioni e idee con leggerezza, mettendo in scena, come a teatro, stralci di vite non conformi, che hanno sfidato leggi e convenzioni del loro tempo.

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