Consigli di Lettura

Pablito El Drito | Aprile, 2022 | them


Dino Barra, “Via Padova. Nascita di una periferia milanese 1900-1926”, Milieu edizioni

Stimato studioso di storia locale, Dino Barra non è la prima volta che scrive di periferie milanesi. In questo suo ultimo libro appena uscito per Milieu ci racconta come nacque e prese forma la zona adiacente a via Padova dalla fine dell’Ottocento fino all’avvento del fascismo. Il territorio di cui si tratta nel testo era quello compreso tra i tre piccoli borghi di Greco Milanese, Turro Milanese e Crescenzago, che a fine Ottocento contavano in tutto poche migliaia di abitanti ma che, in seguito all’industrializzazione della zona settentrionale della città, furono al centro di un’ondata di immigrazione fortissima, dapprima dai territori adiacenti, in seguito dal resto del nord Italia. Alla crescita demografica corrispose il moltiplicarsi e l’addensarsi disordinato degli insediamenti e delle attività artigianali, ricreative e produttive. Ma anche la costruzione di luoghi di socialità e di centri di iniziativa politica e sindacale di matrice socialista e anarchica dapprima e, dopo il 1921, anche comunista. Questi luoghi resero i dintorni di via Padova, già ricettacolo di un’umanità ribelle e variopinta, una “roccaforte rossa” in grado di creare non poche difficoltà all’avanzare dello squadrismo e del fascismo meneghino.  “Via Padova. Nascita di una periferia milanese” è un libro di storia appassionante, ben documentato e accessibile a tutti.

Simone Weil, “Incontri libertari”, Eleuthera

Quest’antologia curata da Maurizio Zani è una ristampa di una raccolta di testi già pubblicata tredici anni fa da Eleuthera. Contiene dei testi che risalgono agli anni trenta del secolo scorso in cui la filosofa francese affronta diversi temi: la riflessione sulla guerra, la critica a Marx, tre recensioni di scritti di Trockij e Lenin, due scritti che esprimono la sua disillusione sugli esiti della Rivoluzione d’ottobre e alcuni scritti sulla Germania degli anni trenta giusto prima dell’avvento del cancellierato di Adolf Hitler. Il pensiero della Weil, che negli anni trenta era impegnata nel sindacalismo radicale, era teso a denunciare la deriva tecno-burocratica che prendeva piede in Occidente come in Russia e ogni tipo di totalitarismo, comunismo di stato compreso. Perché, come sintetizza Maurizio Zani nella prefazione al testo “ciò che importa alla Weil prima di qualsiasi formula organizzativa, è la salvaguardia della libertà individuale, e quindi collettiva, dai condizionamenti costrittivi derivanti dalla presenza di istituzioni verticali di potere”. “Incontri libertari” è un libro utile non solo per conoscere il pensiero della filosofa francese, ma anche per ricostruire parte del dibattito sulle prospettive rivoluzionarie negli anni trenta del secolo scorso, caratterizzati dall’affermarsi del fascismo e del nazionalsocialismo e dalla crisi delle correnti rivoluzionarie “non allineate” ai diktat della Terza internazionale.

Francesco Codello, “Né obbedire né comandare. Lessico libertario”, Eleuthera

Riedizione di un classico uscito tredici anni fa, questo particolarissimo libriccino di Codello è una specie di dizionario che ha come lemmi alcune parole chiave care a tutti gli anarchici e i libertari. È ovvio che un’idea complessa come quella di anarchia non può essere spiegata o riassunta in un libro di centosessanta pagine, ma il tentativo di Codello è in buona parte azzeccato. Le voci di questa sorta di dizionario, infatti, non riguardano solo il linguaggio della dottrina politica, ma anche argomenti più esistenziali, e questo fatto rende il testo più digeribile. Inoltre i testi citati non sono solo di autori dichiaratamente anarchici, ma anche tratti da libri, opuscoli, canzoni, film di varie epoche o provenienze. “Né obbedire né comandare” è un’opera agile, accessibile, viva, che mette in relazione la tradizione libertaria, per sua natura eterodossa e aperta, con il resto del pensiero critico contemporaneo.

Foto del libro fotografico curato da Uliano Lucas, “Via Padova e dintorni”.

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