Consigli di lettura di febbraio
Pablito El Drito | Febbraio, 2025 | them
Santangelo, Sissa e Borghi, Critica di chat GPT, Eleuthera
Frutto delle discussioni nella mailing list Nexa, animata da centinaia di professionisti provenienti da molte discipline e esperienze, e messo su carta da tre accedemici, Critica di chat GPT affronta il tema delle intelligenze artificiali generative e in particolare di Chat GPT.
Le cosiddette “intelligenze artificiali” rappresentano oggi la punta più avanzata del capitalismo estrattivo. Si cibano e manipolano immense quantità di dati, compresi i dati personali e quelli protetti da copyright, grazie alla combinazione di tre elementi: i miliardi di device (smartphone in primis) sempre accesi, la grande quantità di dati che producono e l’immensa capacità di stoccaggio e elaborazione dei computer in rete.
Nate dagli studi sulla cibernetica in ambito militare, queste tecnologie simulano il funzionamento del cervello umano, ma pochi sanno come funzionano, quali sono i loro limiti e che tipo di effetti possono determinare sul nostro modo di vivere. Questi motori statistici per la ricerca di pattern, in grado di creare correlazioni tra dati ma non di capirne il senso – come fa saggiamente notare il linguista libertario Noam Chomsky – sono già implementate nei motori di ricerca e in molti software che usiamo quotidianamente.
Il testo appena pubblicato da Eleuthera nella prima pare indaga i vari modi di intendere questo nuovo strumento dal punto di vista fenomenologico. Nella seconda affronta le questioni sociali, economiche e politiche che l’uso di questi software implica, ad esempio la competizione lavorativa tra uomo e macchine “intelligenti”, i problemi ambientali e le discriminazioni/ingiustizie che determinano. La terza parte si occupa di diritto, in quanto il “text and data mining” su cui si basano questi software pone questioni importanti per la libertà individuale quale la sicurezza dei dati personali e la tutela del diritto d’autore. Inoltre le “risposte” che questi strumenti offrono come output sono spesso false, o comunque distorte, poiché riproducono stereotipi, bias e diseguaglianze già antipatiche nel mondo delle “intelligenze umane” o perché riflettono i valori aziendali delle corporation che le hanno create. Una lettura agile, che cerca di dipanare questioni centrali nel dibattito multidisciplinare sul tema delle IA.
Disponibile in versione cartacea a prezzo politico o in free download, questo libriccino di 96 pagine è un manuale che insegna a usare meno, meglio e con più consapevolezza lo smartphone.
Si tratta di uno scritto che illustra un percorso pratico, percorribile da tutt*, che consiste in vari step, dal “ripulire” il device dal bloathware fino al riconfigurarlo creando setting utili per vari momenti della giornata o situazioni specifiche: da quello lavorativo, alla vacanza fino a quando si è in strada e si vuol essere reperibili solo dagli affetti più stretti. Il libro invita all’utilizzo di software liberi e trasparenti nel funzionamento piuttosto che a programmi e app proprietarie (che succhiano come vampiri dati e preferenze agli utenti), a togliere banner e pubblicità in modo da risparmiare tempo e energie al fine di poterle dedicare ad altre attività più utili che lo scrolling compulsivo.
Lo scopo del libro è infatti quello di prevenire il furto di tempo e dati, favorire le ecologie cooperative, svelare i meccanismi di gamificazione e combattere il modello consumista/turbocapitalista che è una delle cifre della nostra epoca. Kenobit non si atteggia a guru, ma si racconta come “un ex tossico in riabilitazione”, in quanto ammette di essere stato lui stesso vittima dei meccanismi ansiogeni della combo letale smartphone/social media. In appendice ci sono alcune osservazioni sul rapporto costi/benefici nell’utilizzo di Instagram e vari report sulle esperienze di “guerrilla social” dell’autore. Utile, accessibile, pratico!
Benedict Anderson, Anarchismo e immaginario anticoloniale, Eleuthera
Il libro appena pubblicato da Eleuthera è un’interessante saggio di storia politica, storia delle idee e antropologia. Partendo dalla microstoria e dall’analisi dei testi di due scrittori e rivoluzionari filippini, Isabelo de los Reyes e Rizal, il racconto di Anderson ci conduce in Cina e Giappone, ai Caraibi e nelle capitali europee (Parigi, Berlino, Barcellona, Londra, Bruxelles) frequentate dai rivoluzionari espatriati.
É l’epoca dell’Internazionale, allora a predominanza anarchica, della dinamite che farà detonare la propaganda del fatto, del telegrafo e dell’elettricità. Le nuove tecnologie porteranno non solo ad una prima globalizzazione economica, ma grazie alla diffusione delle notizie e della stampa a livello mondiale, anche a tentativi più coordinati di popolazioni come quella cubana e filippina di sottrarsi al giogo spagnolo.
Anderson parte dalle “comunità internazionale delle lettere”, si mette sulle tracce di un fitto reticolo di rivoluzionari (nazionalisti, anarchici, repubblicani, massoni, avventurieri) e utilizzando fonti di vario tipo (lettere, bollettini, articoli di giornali, libri, fonti ufficiali) arriva a fare emergere un ricco e dettagliato affresco di un’epoca di grandi lotte e speranze.
Inoltre cerca di dipanare i nodi del complesso rapporto tra i movimenti anticoloniali, che secondo la tesi originale dell’autore determinano la nascita del nazionalismo, e l’ideale anarchico, allora nel suo momento apicale. Un libro particolare, innovativo, importante per rivedere alcuni concetti storici in chiave non eurocentrica.