Consigli di lettura e ascolto

Pablito El Drito | Marzo, 2025 | us


Tano d’Amico, I nostri anni, Milieu

Milieu inaugura la nuova collana Settanta con un libriccino che racconta il movimento del settantasette tramite lo sguardo del fotografo che ha saputo raccontarlo meglio di chiunque altro, Tano d’Amico. Chi ha conosciuto Tano – io ho avuto la fortuna di conversarci per un’oretta in un bar di via dei Volsci qualche anno fa – sa quanto sia generoso, dolce e appassionato. Le sue qualità traspaiono in questo suo scritto, secondo me molto “blues” perché basato sul meccanismo della ripetizione tipico della retorica afroamericana e caratterizzato dell’utilizzo di termini semplici, accessibili a tutti, cosa tipica dei narratori di storia popolare. Il racconto è quello del fotografo, dell’uomo con la macchina fotografica. Testimone di quanto sta avvenendo, Tano si pone sullo stesso piano delle donne e degli uomini che compaiono nei suoi scatti e ne fanno la storia, ma è anche allo stesso tempo partecipante al movimento, militante desideroso di verità e giustizia, che sa distinguersi dai fotoreporter prezzolari, interessati solo allo scoop, alla carriera, ai soldi. Una delle parole che ricorre più nel libro è amore. Eppure le vicende che rivivono nelle pagine scritte dal fotografo-poeta sono spesso drammatiche. Perché l’assalto al cielo del settantasette non è fatto solo di amicizia, passioni e complicità, ma anche di scontri, di omicidi come quello di Giorgiana Masi, Francesco Ceruso e Walter Rossi, dalla repressione di massa del 1979, dall’olocausto dell’eroina. Un pezzo di storia italiana, rimosso, narrato da chi l’ha vissuto e raccontato con scatti straordinari come quelli raccolti in appendice.

Colin Ward, Acqua e comunità, Eleuthera

Uscito per la prima volta nel 1997, Acqua e comunità, uno dei più importanti saggi di storia sociale e politica di Colin Ward, è di nuovo in libreria in una nuova edizione introdotta da Paolo Carsetti. L’acqua è una risorsa necessaria per la vita, come l’aria, eppure non è accessibile a tutti, anche nel 2025. Il libro di Ward documenta come l’acqua sia passata da meccanismi locali di autogestione e autoregolamentazione a sistemi di controllo statale o di mercato. Lo studio si apre illustrando quanto avvento in Gran Bretagna dal XIX secolo agli anni delle privatizzazioni della Tatcher, poi la lente di ingrandimento dell’autore va a indagare la storia idrica della Spagna dall’epoca del predominio dei mori (VIII secolo) fino al franchismo, finendo poi per sviscerare quanto avvenuto nella Tennesee Valley durante il new deal roosveltiano. L’autore, il cui pensiero risuona con le elaborazoni di altri pensatori libertari come Kroptkin e Bookchin, crede che strutture idriche semplici, di scala ridotta siano più funzionali e rispettose dell’equilibrio ambientale che non enormi progetti che pretendono di esercitare un controllo totale, e che molto spesso hanno invece hanno portato più danni che benefici. La sua tesi è che se le comunità umane potessero riprendere il controllo dell’acqua la gestirebbero con più equità e senso di responsabilità di quanto avviene oggigiorno, triste momento storico in cui l’acqua è sempre più un bene sul mercato come ogni altra risorsa, non un diritto garantito per tutti.

A cura d Giuseppe Barone, Danilo Dolci. Una rivoluzione non violenta, Altreconomia

Uscita l’anno passato, nel centenario della sua nascita, questa raccolta di scritti di Danilo Dolci è uno strumento utile per conoscere vita e idee di uno dei pensatori più influenti della non violenza e della lotta contro povertà e diseguaglianze. Danilo Dolci, nato in Slovenia, formatosi a Milano nell’ambito dell’arte e della creatività, abbandona la carriera di architetto rendendosi conto che avrebbe dovuto lavorare esclusivamente per i ceti abbienti e decide di trasferirsi in Sicilia, dove si impegna a fianco degli ultimi in una lotta non violenta, costruita collettivamente dal basso contro la povertà, la corruzione, il sopruso, la mafia e a favore della democrazia diretta. Apprezzato in tutto il mondo come sociologo, poeta e educatore, Danilo Dolci ha investito tutte le sue energie nella realizzazione di progetti di crescita civile. L’evoluzione della nostra specie, secondo Dolci, ha il suo fulcro nella capacità umana di dialogare fino a trovare soluzioni condivise. Solo tramite un ripensamento dei rapporti tra gli uomini e mediante il dialogo – secondo l’insegnamento di Socrate – è possibile combattere il virus del dominio, la propaganda del potere e gli abusi dei più forti. Una lettura attuale, soprattutto in quest’epoca di conflitti, individualismo e mancanza di vera comunicazione, che risuona con certe teorie e pratiche odierne tra anarchismo e democrazia radicale.

Marianne Enckell, Piccola storia dell’anarchismo, Eleuthera

È possibile raccontare l’anarchismo, quella corrente del socialismo che si è riconosciuta e dichiarata anarchica in poco più di 100 pagine? Marianne Enckell, storica, saggista e traduttrice responsabile da oltre 50 anni del CIRA (Centre international de recherches sur l’anarchisme) di Losanna, ci ha provato. In questa sua Piccola storia dell’anarchismo, tradotta e pubblicata da Eleuthera, ci racconta l’anarchismo da Proudhon ai Black Bloc. Il compendio / mappatura messo insieme dalla ricercatrice elvetica è un’esaustiva immersione in 150 anni di storia viva, una vicenda fatta da persone, collettivi, nuclei, gruppi, correnti, tendenze, colonie, giornali, bollettini, riviste, scuole, biblioteche, unioni, federazioni e sindacati. Che si svuluppa dentro avvenimenti storici epocali, dalla Comune, passando per le due guerre mondiali, la decolonizzazione, il neoanarchismo sessantottino e le esperienze odierne, come spazi sociali, squat, etica d.i.y e zone temporaneamente autonome. Marianne Enckell dedica particolare attenzione al mondo femminile/femminista e alla tradizione dell’anarchismo francofono. Un interessante riepilogo per chi già ha un’infarinatura su questi temi, una mappatura per chi, a digiuno di anarchismo, ma affascinato dagli ideali libertari, vuole capire per sommi capi come è nato e è evoluto questo movimento dalla sua nascita ad oggi.

Addict Ameba, Caosmosi / Por Nostalgia (7”), Mukatsuku

Non capita molto spesso che una band italiana sia stampata nel Regno Unito. Mukasuku, etichetta londinese specializzata in jazz, soul-jazz e musica nera ha appena rilasciato un 7” contenente due singoli estratti dal secondo lp dei milanesi Addict Ameba. Che milanesi sono, sebbene a livello musicale si collochino tra Africa e centro-sud America, tra Fela Kuti, Mano Negra (ma anche tra i fumi di clium e i bonghi del Parco Sempione). Soundtrack di una carovana in viaggio, che danza sui ritmi dell’afrobeat alla Tony Allen, ma è cresciuta con i romantici e inesorabili carillon di Manu Chao.

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