Consigli di lettura, speciale estate 2k24
Pablito El Drito | Luglio, 2024 | them
Shahram Khosravi, Io sono confine, Eleuthera
L’autore di questo libro è un iraniano fuggito dal proprio paese per evitare di partecipare all’atroce guerra contro l’Irak. Lo scritto unisce l’inevitabile elemento autobiografico alla riflessione politica sul concetto di confine. Il coinvolgimento diretto, in prima persona, nell’esperienza del viaggio illegale ha portato Khosravi a realizzare un piccolo gioiello, che Eleuthera quattro anni fa ha reso disponibile ai lettori italiani. Io sono confine è molto intrigante, si legge come un romanzo. Le parti narrative hanno la freschezza di un mix tra un memoir e un romanzo di formazione. Infatti pagina dopo pagina l’autore – di famiglia benestante ma proveniente da un clan etnicamente discriminato prima dal regime dello scia e poi dal regime fondamentalista di Komeini – racconta la sua trasformazione in straniero dapprima nella “propria” nazione e poi in altre terre. Ma il racconto non riguarda solo quel che vive direttamente l’autore, ma anche le storie di altri “spaesati” come lui, uomini senza diritti, carne umana ostaggio perenne di diversi meccanismi statali, di un kafkiano quanto impesonale “apartheid globale”. Nel testo abbondano le riflessioni di carattere antropologico, in quanto Khosravi, fuggendo dalla guerra, dopo mille peripezie fortunatamente ha saputo costruirsi una nuova vita da studente universitario e a diventare professore in Svezia. Nonostante questo, a causa del suo nome, dei sui tratti somatici, delle sua particolarissima storia, si sente ancora un paria, un cittadino di serie B. Io sono confine andrebbe letto nelle scuole per far prendere coscienza del dramma umano delle migrazioni, al di là della narrazione securitaria che avvelena il discorso pubblico su questo tema.
Andrea Benedetti, La visione techno, Agenzia X
Non è mia abitudine consigliare libri a cui a vario titolo ho partecipato, ma lo scritto di Andrea Benedetti pubblicato tre mesi fa da Agenzia X (di cui ho curato la redazione) è una pubblicazione talmente importante che questa volta ho dovuto fare un’eccezione. La visione techno, nato dopo tre decenni di ricerche e di frequentazioni umane del dj e producer romano, analizza tre questioni fondamentali per capire le evoluzioni dei dancefloor elettronici: il mutamento tecnico/tecnologico, l’evoluzione degli stili musicali (principalmente neri) dal jazz in poi e il mutare dei contesti in cui le rivoluzioni musicali degli ultimi decenni si sono svolte, luoghi off sempre in bilico tra utopia e business. Lo stile leggero di Andrea Benedetti, esperto divulgatore apprezzato anche a livello internazionale, porta a una sapiente sintesi di temi che in pochi hanno saputo affrontare senza cadere nell’enciclopedismo, nella pedanteria o nelle mitizzazioni. Andrea Benedetti parte dai fatti per tracciare una genesi del suono techno, che l’autore conosce come pochi altri nel nostro paese. Fin dalla metà degli anni ottanta infatti frequentato i suoni elettronici di matrice nera, partendo dall’electrofunk passando per Chicago e Detroit, fino ad arrivare insieme a Lory D e Eugeno Vatta alla creazione di Sound Never Seen, leggendaria etichetta di quello che è conosciuto a livello mondiale come Suono di Roma. Più completo del precedente best-seller Mondo Techno, ristampato recentemente in terza edizione sempre da AgenziaX, La visione techno è uno opera imprescindibile per chi ama questo stile musicale e l’estetica techno.
Jean-Jacques Kupiec, La concezione anarchica del vivente, Eleuthera
Jean-Jacques Kupiec ha una formazione a cavallo tra biologia molecolare e epistemologia della biologia. Questo saggio tratta proprio di questi temi, di cruciale importanza per capire cos’è e come si evolve la vita. La rivoluzione scientifica nell’ambito della fisica infatti ha portato all’abbandono delle teorie essenzialiste ereditate dal sistema di pensiero aristotelico, ma questo non è avvenuto nel campo della biologia. Alla luce di una crescente mole di ricerche, l’idea di un genoma portatore di un’informazione stabile in cui le variazioni non sono che rumore non regge più. Secondo Kupiec le fondamenta stesse della vita sono variabili. In questa raccolta di saggi che consiglio a chi ha confidenza con la scienza o con la filosofia e la storia della scienza, Kupiec sostiene che la vita sia un fenomeno intrinsecamente probabilistico. Secondo la sua visione non esiste un paradigma genetico di cui l’esito è l’essere vivente: l’organismo vivente è piuttosto una comunità cellulare autogestita che risulta dall’interazione fra le sue parti e l’ambiente interno. Lettura complessa ma intrigante.