KuLe: rifugio e baluardo di resistenza

Luca Fossa | Aprile, 2023 | them


Nel 2022 ho vissuto in una casa a Berlino chiamata Kunsthaus KuLe . “KuLe” è un palazzo occupato dagli anni ’90 dove artisti di ogni genere cercano di resistere alla gentrificazione e alle trasformazioni degenerative che stanno investendo Berlino.

In “KuLe” viviamo come una comunità di persone che condividono ideali politici comunitari e solidaristici; si potrebbe dire che è uno di quei pochi posti rimasti in cui il gruppo, e l’appartenenza al gruppo, sono l’aspetto fondamentale. Questa casa, é come se fosse un unico grande organismo vivente, un enorme corpo organico abitato dai nostri legami, dai nostri lavori, e dalle nostre fragilità: piccoli microcosmi in relazione tra loro che si mescolano, si incontrano, si scontrano, si lasciano, dando vita ad una sempre nuova sinfonia.

Questo lavoro rappresenta il tentativo di “salvare”, dal nulla dell’insignificanza, oggetti apparentemente banali e quotidiani; oggetti in cui il nostro sguardo, se giustamente guidato, può invece riscoprire grande carica vitale ed espressiva. 
Vediamo qui luci, spazi, piccoli frammenti della casa che restituiti allo spettatore nella loro “nudità”, e al di fuori del contesto della loro funzionalità, escono dalla dimensione del “banale” ed entrano in quella del dono e del “miracolo”. Essi sono come i giapponesi haiku, momenti di quotidianità restituiti alla loro unicità e contingenza. Per fare degli esempi, troviamo una colonna di una scala che può assurgere a simbolo del tempo e della riflessione; o, ancora, fuori da quella finestra il mondo non è più il nostro mondo, ma quello di un dipinto del ‘500 con luci fioche e campanili al tramonto.

Visti così, gli oggetti e gli spazi della casa non esistono più all’interno delle nostre ripetute e cristallizzate interpretazioni; appaiono come se fosse la prima volta, nelle loro infinite potenzialità espressive e nella gioia di chi si trova in un mondo “liberato”, nuovamente da scoprire.

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