Consigli di Lettura
Pablito El Drito | Luglio, 2021 | them
Oscar e Juan José Martínez, “El Nino de Hollywood”, Milieu
Le maras, che nascono in California negli anni ottanta come bande giovanili divenendo nel Salvador post guerra civile delle vere e proprie “mafie dei poveri”, sono l’oggetto di questo appassionante scritto. Dopo lo scontro tra guerriglieri di ispirazione marxista del FMLN e le truppe controrivoluzionarie dell’esercito salvadoregno, finanziate e addestrate dagli USA, il travagliato paese centroamericano, sepolti i morti, non conosce pace. I giovani nati negli anni della terribile guerra civile che ha causato ben 75mila vittime su una popolazione di pochi milioni di persone, proseguono sulla strada della violenza, scatenando una guerra che di ideologico non ha più nulla. Non si fronteggiano più per la patria o la giustizia sociale, ma per il controllo del territorio sotto gli ordini di spietati capibanda che li reclutano poco più che bambini per una lotta senza quartiere.
“El Nino de Hollywood” è un reportage che verte sulla vicenda di un sicario della più potente di queste bande, la Mara Salvatrucha (MS 13). Assassino per la gang, per vendicare l’uccisione fratello se la inimica, fino a uccidere alcuni suoi ex sodali e tradirli, collaborando in seguito con la giustizia.
Uno scritto duro e senza sconti, che, pur parlando di una parabola criminale individuale, riesce a far luce su uno scenario fatto di povertà e disperazione, frutti acerbi delle ingiustizie sociali che perdurano in gran parte del sud del mondo. Così, tra polverose baracche, analfabetismo di massa e sterminate piantagioni di caffè in mano ad una ristretta élite benestante, si sviluppa una sottocultura criminale nichilista che mischia esoterismo, machismo, machete e M-16, arrivando a produrre una violenza che porta il Salvador ad essere la terra con i tassi di omicidio più alti del pianeta.
Giuseppe Misso, “I leoni di marmo”, Milieu
Romanzo o memoir? Questa è la domanda che sorge spontanea dopo la lettura delle trecento pagine del libro appena uscito per Milieu, riedizione di un testo già pubblicato nel 2003 da Arte Tipografica. Ambientato a Napoli durante il conflitto tra la nuova camorra organizzata di Cutolo e i suoi antagonisti della nuova famiglia, lo scritto narra le vicende di Michele Massa. Un rapinatore “vecchia scuola” con legami con la destra neofascista che sfida le due fazioni rivali cercando di farsi spazio in maniera indipendente, senza compromessi con una criminalità che della droga – disprezzata da Massa – sta facendo il suo business principale. Il boss “idealista” si infilerà in un vicolo cieco che lo porterà a rispondere al fuoco dei clan in combattimento per il dominio della città, a proseguire la sua carriera di rapinatore mettendo a segno colpi sensazionali, a rimanere impelagato nelle trame dei servizi segreti, a una fuga rocambolesca inseguito da un mandato di cattura internazionale e infine a una lunga serie di clamorosi processi e carcerazioni. L’autore del libro, a suo tempo boss del Rione Sanità, in questo scritto convincente sotto il profilo della ricostruzione, ma meno dal punto di vista letterario, rievoca, romanzandola, la sua parabola criminale. Una storia italiana, certamente scomoda e scivolosa, che getta inquietanti interrogativi sui legami tra criminalità e politica e sull’uso strumentale del pentitismo nel nostro Paese. Una chicca per appassionati del crime.
Le foto della MS 13 sono di Moises Saman che, in “A portrait of El Salvador”, ha catturato la criminalità di El Salvador, guidato dalle parole di Roque Dalton.