Consigli di lettura

Pablito El Drito | Dicembre, 2023 | them


Stefano de Matteis, Gli sciamani non ci salveranno, Eleuthera

Viviamo in un epoca dominata da materialismo, individualismo e alienazione, in cui, almeno in occidente, le fedi tradizionali sono in via di abbandono. A riempire in parte questo vuoto assistiamo all’emergere di un nuovo misticismo propagandato grazie soprattutto alle rete e ai social media. Sedicenti sciamani si moltiplicano e invadono lo spazio digitale, cercando di attirare sempre più persone alla ricerca del sè. Sia ben chiaro: il lavoro di de Matteis, antropologo curioso e per nulla banale, non deride il vero sciamanesimo, né tantomeno le culture delle popolazioni indigene ridotte ai minimi termini dal modo di vita occidentale. Anzi, prende sul serio gli insegnamenti del nativo lakota Black Elk (Alce nero), dello yanomami Davi Kopenawa o del maori Tamati Ranapiri, giudicandoli dei modelli di etica alternativa a quella del profitto e dello sfruttamento indiscriminato tipici della cultura occidentale. Quello che l’autore approfondisce in questo agile scritto è la “moda” del neosciamanesimo che da almeno tre decenni è sbarcato nel nostro paese, creando rituali casalinghi e nuove visioni del mondo basate sull’ampio concetto di contromodernità, ma in sostanza non criticando i fondamenti dell’occidente. er questo, alcuni nativi oggi si trovano ad essere – anche involontariamente – modelli di vita alternativi. La tesi dell’autore è che non si possa fare a meno di studiare queste dinamiche contemporanee. Anche perché la saggezza del pensiero nativo – che si sviluppa a contatto con la natura e soprattutto nel rispetto della natura – può, al netto di banalizzazioni, furbesche operazioni di marketing, cialtroneria diffusa e cortocircuiti di vario tipo, suggerire vie d’uscita collettiva alla crisi ecologica e climatica che viviamo.

Paolo Pasi, Sacco e Vanzetti. La salvezza è altrove, Eleuthera

Paolo Pasi, già autore per Eleuthera di Ho ucciso un principio. Vita e morte di Gaetano Bresci, Antifascisti senza patria e Pinelli una storia, decide di occuparsi della già nota vicenda di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Emigrati dalla provincia di Foggia e di Cuneo alla fine del primo decennio del novecento con una coscienza politica già abbozzata e voglia di conoscere il mondo, i due celeberrimi libertari si radicalizzano negli Stati Uniti dopo avere riscontrato l’inconsistenza del “sogno americano”. Finiscono incastrati in un processo che li vedrà condannati alla sedia elettrica per gravi reati da loro non commessi. Con il linguaggio semplice e diretto che lo contraddistingue Paolo Pasi segue le tracce dei due anarchici dalla partenza dalle terre natie fino al loro ultimo sospiro. Ne deriva un romanzo storico leggibile e ben documentato, che colloca le vicende dei due protagonisti in una ricostruzione più ampia, quello del violentissimo contro di classe in Nord America all’inizio del secolo scorso. Una storia di attivismo che vede tra i protagonisti non solo radicali anarchici, ma anche socialisti, sindacalisti rivoluzionari, wobblies aderenti all’ Industrial Workers of the World, il primo sindacato statunitense ad accettare iscritti di qualsiasi etnia. Una lettura appassionante ma struggente, soprattutto nella parte finale.

Matteo Lupetti, Udo. Guida ai videogiochi nell’antropocene, Nuove Sido

Leggendo il titolo mi ero immaginato una guida storica ai videogame sul tipo de Il popolo del joystick di J.C. Herz, testo uscito al tramonto degli anni novanta per Feltrinelli. Invece il libro messo insieme da Matteo Lupetti è un saggio multidisciplinare che comprende ovviamente la storia del videogame e delle interfacce videoludiche dagli anni cinquanta ad oggi, ma anche una serie di ragionamenti di carattere filosofico e tecnologico, senza tralasciare la sfera psicologica, economica, ecologica e lavorativa. Questo perché i software, ludici e non, e le macchine e reti digitali influenzano tanto la nostra vita con i loro funzionamenti, ma pure con i loro malfunzionamenti: bug e glitch. L’illusione del controllo, sulle nostre vite così come nello spaziocodice determinato dalla triade software-hardware-reti, può infrangersi in un momento. Può avvenire un crash, un’apocalisse digitale, come quando giocando a Pac Man si raggiunge il 256esimo livello di gioco e la metà destra dello schermo appare come un’incoerente massa di codice esadecimale… e il gioco si pianta. Automi, guerra fredda, distruzione nucleare, ufo, invasioni aliene, allucinazioni elettroniche, terre rare e metalli preziosi, simulacri del reale, wargames, millenium bug, qui c’è un condensato di trippa digitale in grado di soddisfare gli appetiti tutti coloro che rivendicano orgogliosamente il proprio nerdismo e che allo stesso tempo non vogliono rinunciare a un discorso etico sulla tecnologia, ludica e non.

Lasciaci un commento